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La psicosomatica di Primavera

11 aprile 2019

La psicosomatica di Primavera

La Primavera è nel nostro immaginario collettivo la stagione della rinascita, del rinnovamento e della fioritura, che segue al periodo oscuro e di incubazione dell'inverno. Il suo inizio viene fatto coincidere con una giornata di equinozio, in cui astronomicamente le ore di luce si equivalgono alle ore di buio. Dalle profondità della terra le piante traggono le forze vitali, le quali si proiettano verso il cielo, potremmo dire che la materia inizia il suo ciclo di trasformazioni verso qualcosa di nuovo, di via via sempre più sottile, aereo, ultravioletto.
Nell'antichità ritroviamo differenti miti e rituali legati alla Primavera. Ad esempio, tra i Greci si narrava la storia di Persefone, giovane figlia di Demetra, dea delle messi, della fertilità e in senso lato impersonificazione delle energie della Grande Madre Terra. La ragazza fu rapita dal dio degli Inferi Ade, mentre era intenta a raccogliere un odoroso narciso. Demetra disperata per la perdita della figlia, dopo averla cercata a lungo e in largo ed essendo venuta a conoscenza della verità, lasciò la famiglia degli Olimpici, privando delle proprie energie la stirpe degli uomini, cosicchè una tremenda carestia la abbattesse e nessuno potesse più compiere sacrifici ad alcuna dività.
    Il mito vuole che i mortali supplicarono Zeus di occuparsi del dolore di Demetra, perchè essa tornasse a rendere feconde le loro terre. Ermes, inviato da Zeus, si recò nel mondo ctonio a reclamare Persefone. Ade, prima di lasciar andare la sua giovane sposa, la nutrì con chicchi di melograno. A causa di questo pasto, Zeus decise che la giovane Persefone avrebbe passato metà dell'anno con la madre Demetra, la quale avrebbe di conseguenza continuato a far fiorire le messi per gli uomini e l'altra metà con il nuovo sposo Ade.
    La lezione junghiana ci insegna a intravedere nei miti degli antichi, ovvero i "sogni dell'umanità", immagini dei percorsi della nostra coscienza, individuale e collettiva.  Potremmo individuare in Persefone un'immagine di una coscienza giovane, in balia delle forze archetipiche del puer/puella eternus/a, che in modo ingenuo si lascia catturare dal mondo ctonio dell'inconscio. La via dell'individuazione richiede la continua rielaborazione delle nostre parti emotive interne rispetto ai temi archetipici, alla ricerca di un equinozio tra le nostri parti luce e ombra, consce e inconsce. Una coscienza che è intrappolata in una unilateralizzazione inconscia dell'archetipo del puer dovrà necessariamente ristabilire un rapporto dialogico con gli aspetti senex, un Io giovane e immaturo, dovrà ristabilire un rapporto con il Sè generatore.
    L'anima/Persefone dovrà incontrare la propria madre, non tanto fuori da sè, ma dentro di sè, dovrà fare proprio l'aspetto di fecondità e di generatività, simbolicamente incarnati da Demetra, dovrà riemergere dalle oscurità della terra, sbocciando alla vita e anelando alle sfere del cielo.
    Su un piano psichico, spesso in terapia troviamo soggetti che ciclotimicamente incappano in primavera in episodi depressivi. Sul piano del corpo, in questa stagione molte sono le persone che soffrono di riniti allergiche, di crisi d'asma, o altri malanni per lo più di origine infiammatoria, come le cistiti. La prospettiva ecobiopsicologica ci ricorda come spesso una rinite o un'asma nelle loro manifestazioni sintomatologiche a carico dell'apparato respiratorio alludano simbolicamente a pianti negati, a vissuti depressivi incarnati. Il mondo emotivo di questi soggetti è come dominato dalle forze di Thanathos? Quale rapporto hanno con le forze archetipiche di Eros?
    In chiave simbolica la Primavera  è la vittoria delle forze erotiche sul freddo e mortifero Inverno, potrebbe un Io non sentirsi abbastanza forte per confrontarsi con l'energia erotica della progettualità, della generatività non solo del corpo fisico, ma soprattutto con quella sottile del piano della psiche? L'Io è sufficientemente pronto per confrontarsi con l'archetipo della Grande Madre nel viaggio per la propria individuazione o finisce per ritirarsi e ripiegarsi su di sè? L'ecobiopsicologia tende a leggere le patologie come storie(logie) di sentimenti (pathos), ovvero in terapia si cerca di costruire quel campo in cui il passato possa essere dipanato e trasformato nei suoi contenuti emotivi. Un terapeuta ecobiopsicologico che in primavera si trova davanti un paziente con una rinite, ad esempio, andrà alla ricerca di ipotesi sul suo modo di sentire il mondo a partire dalla funzione dell'apparato colpito, sui suoi modelli operativi interni e cercherà di porsi come esperienza alternativa e trasformativa, rendendo il tempo della terapia in un rito di passaggio, una primavera dell'Io che si riaffaccia alla propria individuazione.
    Nella medicina tradizionale cinese la primavera è la stagione del Fegato. Esso è l'organo emuntore per eccellenza nel nostro corpo, a lui il delicato compito di presiedere alle reazioni di assimilazione ed espulsione, ovvero al metabolismo del cibo, processo infrarosso di ciò che nel piano sottile chiamiamo "Trasformazione". I malanni primaverili spesso hanno natura infiammatoria, sono connessi a ciò che in medicina cinese viene chiamato un eccesso di Yang, a un ristagno di un elemento energetico, il quale anzichè seguire il proprio corso ed essere orientato diventa spunto entropico per la nostra struttura. Se in un certo senso va in tilt la funzione del fegato, potremmo simbolicamente chiederci se la psiche del soggetto riesce a confrontarsi con i temi della separazione e della trasformazione o se sono sentite come perdite e sollecitano fantasmi di vuoto, di morte e vissuti depressivi, rispetto ai quali il soggetto attiva una serie di meccanismi di difesa e rimane chiuso in un mondo di inconscia dipendenza infantile della coscienza. La Primavera diventa allora un mitologico confronto con la propria nascita passata e con la necessaria rinascita di se stessi  nel qui ed ora, con il tema della creatività, giocato  nel proprio mondo interno e nelle relazioni reali.
    La psicoterapia ecobiopsicologica aiuta il terapeuta e il paziente a percorrere un viaggio spiraliforme tra momenti di entropia e neghentropia, tra spinte regressive ed altre costruttive, alla ricerca di un equilibrio aperto alla trasformazione vitale.

Bibliografia:
AA.VV., Il libro dei simboli, Taschen, Milano, 2011
Baschelard G., La poetica della rêverie, Dedalo editore, Bari, 2007
Bottalo F., Brotzu R., Fondamenti di medicina tradizionale cinese, Xenia edizioni, Pavia, 1999
Chevalier J., Gheerbrant A., Dizionario dei simboli, Bur edizioni, Milano, 1999
Guénon R.: Simboli della Scienza Sacra, Milano, 1975
Ferrari A., Dizionario di Mitologia, Utet, Milano, 2015
Frigoli D. , Il linguaggio dell'anima, Magi edizioni, Milano 2016
Frigoli D., La fisica dell'anima. Riflessioni ecobiopsicologiche in psicoterapia, Paolo Emilio Persiani, Bologna, 2013
Frigoli D. L'alchimia dell'anima, Edizioni Magi, Milano 2017

Articolo a cura della dott.ssa Mara Ortuso