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Analogia
In senso etimologico indica una proporzione che, a sua volta, stabilisce un rapporto fra due termini di una o più coppie di dati. Nel prefisso ana della parola analogia, si nasconde l’idea di ripetizione, di cadenza, quasi ritmica di eventi nascosti, che sono strutturati da un dinamismo specifico insito in questo termine. Molte parole greche mostrano questa prerogativa (anamnesi, anabolismo, anabase) e in tutte è rintracciabile la presenza di un “moto” che si ripete, cioè di un ritmo. Concettualmente pertanto, l’analogia è un legame che unisce i vari aspetti entro cui si svolge l’esistenza sottomettendoli a un identico ritmo, tale da trasfigurarli nella creazione di una nuova dimensione di una realtà più allargata. «Nel pensiero simbolico numerose forme esistenziali possono essere considerate come analoghe a patto che siano sottomesse almeno transitoriamente al medesimo ritmo. Tale analogia permane anche quando gli oggetti coordinati ritmicamente appartengono ad ordini completamente diversi (quando ad esempio si associano determinati lineamenti di un volto umano alla testa di un uccello), poiché l’esperienza simbolica non si fonda sul pensiero concettuale; essa infatti è attuata essenzialmente con una intuizione estetica immediata… così le idee e gli oggetti più diversi, riuniti grazie a un ritmo comune finiscono col formare in noi un insieme semi-cosciente che è linguisticamente inesprimibile ma caratteristico dell’esperienza simbolica… è così che il passato potrà divenire presente, gli elementi tra loro eterogenei saranno resi omogenei, e trasparirà il loro substrato ritmico comune. Ora, se l’uomo si dimostra capace di afferrare le analogie create da un ritmo comune, il simbolo può divenire mediazione fra tale uomo e la forza simboleggiata… il simbolo, che in virtù delle analogie abbraccia i piani più diversi, offre anche agli esseri umani la possibilità di incorporare la loro propria attività nel ritmo comune, e perciò stesso, di oltrepassare il proprio pensiero concettuale partecipando secondo un modo puramente ritmico a tale nuova realtà» (Marius Schneider). L’analogia è dunque la “funzione” del simbolo che accostando in modo originale, ma sensato, significati tra loro in precedenza non legati, genera un sentimento di estatico stupore, riflesso emotivo della novità della costruzione operata dall’intelletto con la temporanea sospensione del giudizio razionale. Oltre che una funzione di armonizzazione di contenuti differenti, l’analogia ha un significato più generale di sintesi, in quanto riunisce aspetti della realtà fra loro apparentemente separati in modelli unitari base e fondamento del pensiero creativo. Infatti, nella logica del pensiero l’analogia svolge tre funzioni: euristica, cioè contribuisce al procedimento di invenzione di ipotesi.

  1. sintetica, per cui contribuisce alla condensazione di una serie di possibilità fra loro divergenti, verso una direzione unitaria.

  2. evocativa, ovvero sospende transitoriamente il giudizio logico a favore del manifestarsi emotivo di uno stato di stupore.

Essa è alla base dei processi creativi ed è importantissima nella costruzione della teoria.

Analogia (ragionamento per)
Tutte le volte che, partendo dall’esperienza di determinati oggetti dotati di proprietà note, si argomenta su altri oggetti simili dalle proprietà ignote, si fa un ragionamento per analogia. In senso etimologico il ragionamento per analogia implica una “proporzione” che permette di confrontare due oggetti per individuarne le loro proprietà. L’argomentazione per analogia non espande la nostra esperienza ma la nostra attesa come ipotesi di lavoro.

Analogia vitale
Significa la “proporzione” vitale che lega fra loro due manifestazioni delle funzioni di un archetipo. Nell’universo delle relazioni mondo-uomo-psiche, l’analogia vitale rappresenta quella “proporzione naturale” che è servita l’archetipo per manifestarsi sul piano dell’infrarosso dell’ultravioletto. Lo studio delle analogie vitali rende la coscienza esplorante simile alla logica della Vita, varcando così i limiti del nostro Io.
L’analogia intesa come proporzione quando viene applicata ai fenomeni vitali riguardanti sia il corpo dell’uomo che le forme significative del mondo vivente, assume le caratteristiche specifiche di vitalità. In questa prospettiva il corpo dell’uomo non sarà più considerato come una forma statica condensante al suo interno una psiche a lui estranea, bensì come uno spazio vitale, una forma simbolica, capace di riflettere nella propria struttura l’accadere dinamico e funzionale non soltanto delle energie soggettive, ma anche di quelle più complesse pertinenti alla dimensione degli archetipi e della filogenesi. Attraverso un metodo, quello dell’analogia vitale, sarà possibile correttamente stabilire delle analogie funzionali fra il corpo dell’uomo, i suoi organi e il mondo per risalire al significato simbolico delle funzioni filogenetiche coinvolte. Ad esempio, la funzione respiratoria presente negli esseri viventi e nell’uomo attraverso l’aspetto concreto del polmone, delle branchie, della pelle, etc., potrà essere confrontata con la funzione respiratoria del mondo vegetale attraverso la forma concreta della foglia, evidenziando fra ambiti differenti una loro possibile relazione che potrà avere dei riflessi di spiegazione nella patologia. Infatti, per quanto riguarda i gas respiratoti O2 e CO2, ciò che per il mondo vegetale è il prodotto catabolico, l’O2, nel mondo animale è l’aspetto anabolico e viceversa per quanto riguarda la CO2. Nell’asma bronchiale, patologia dominata da una difficoltà all’espirazione della CO2, questa aumenterà nel sangue in misura leggermente superiore rispetto al normale. Ciò significa, sul piano concreto e simbolico, che l’asmatico aumentando la CO2 disciolta nel sangue si comporterà sul piano filogenetico evidenziando un processo di respirazione che rimanda agli aspetti più regressivi della sua ancestralità, testimoniando così un bisogno di dipendenza molto arcaico.

Archetipo (gr. archetipon, «modello», «schema», lat. archetypum, l’originale)
Termine utilizzato nella filosofia tardo-ellenistica per indicare il modello originario delle forme di cui le cose sensibili non sono che copie. Questo concetto ha trovato un utilizzo moderno nella psicologia analitica junghiana, sotto forma di rappresentazioni archetipiche collocate nello strato più basso dell’inconscio collettivo. Gli archetipi, scrive Jung, sono forme a priori che organizzano l’esperienza, veri e propri «ordinatori di rappresentazioni» e «modelli di comportamenti innati» che precisa con un esempio: «il pulcino non ha imparato il modo in cui uscirà dall’uovo; esso lo possiede a priori». Essi sono possibilità ereditarie di rappresentazioni formatesi via via in base alle esperienze accumulate nella ascendenza genealogica, che si incrociano nell’esistenza con il contenuto che l’individuo ricava a posteriori dal proprio ambiente. Conoscere questi modelli significa conoscere le basi fondamentali del comportamento umano e della psiche. L’Ecobiopsicologia rintraccia l’archetipo nel corpo attraverso il concetto di “funzione d’organo”, analoga nel corpo e nella formazione degli organi alla componente archetipica “organizzatrice” di rappresentazioni che Jung riscontra nella psiche. Nella materia vi sono funzioni archetipiche che, nell’evoluzione filogenetica, hanno assunto varie forme dai primi batteri fino al corpo dell’uomo: conoscerle significa riappropriarsi del linguaggio della Vita, e soprattutto della comprensione della fisiologia e della patologia d’organo, potendo rispondere a una questione aperta: perché un individuo somatizza in un determinato organo e non in un altro?

Atomo
È costituito da un nucleo e da una nube di elettroni - particelle cariche negativamente - che occupano orbitali (corrispondenti a livelli energetici), posizionati attorno al nucleo. Il nucleo è costituito da protoni a carica positiva e da neutroni a carica neutra, ed entrambi sono costituiti da quark, che sono i mattoni fondamentali della materia che ci circonda. Gli elettroni all’interno dell’atomo: quando quest’ultimo è “eccitato” - cioè stimolato d’energia - si effettuano dei veri e propri salti quantici passando da un livello a minima energia, definito stato fondamentale, localizzato alla minima distanza dal nucleo, a livelli energetici superiore a seconda la distanza del nucleo. Quando l’elettrone ritorna al livello fondamentale, corrispondente all’orbitale che occupa all’inizio, l’atomo emette un fotone, che rappresenta il “quanto” del campo elettromagnetico. Tanto maggiore è l’energia del fotone, tanto minore la sua lunghezza d’onda. Ad esempio, fotoni poco energetici producono radiazione infrarossa, mentre fotoni molto energetici producono radiazione ultravioletta.

Autopoiesi (gr. auto, «sé» o «se stesso» e poiesis=creazione)
Concetto elaborato dalla scuola di Santiago per indicare la proprietà degli organismi viventi di servirsi dell’energia per auto-completarsi, mantenendo intatta la loro forma e la loro organizzazione.

Campo archetipico
Indica la componente energetica dell’archetipo che esercita la propria influenza sullo spazio e il tempo creando le immagini archetipiche. Questo campo, a differenza dei campi fisici come il campo gravitazionale e l’elettromagnetico, non dipende dallo spazio tempo ed è in riferimento all’azione dell’archetipo. Si manifesta con effetti singolari para- psicologici e nei fenomeni sincronici. Nella psicoterapia il campo archetipico modella le relazioni terapeutiche e apre i protagonisti della relazione all’attività dei loro “corpi sottili”.

Campo ecobiopsicologico
Nella terapia il campo ecobiopsicologico costituisce il luogo simbolico in cui compare l’“oggetto di indagine”, sia esso un paziente o un fenomeno psicologico, che viene considerato in relazione all’ambiente globale di cui è partecipe, costituendo con esso una totalità di fenomeni coesistenti che interagiscono fra loro. L’analisi dell’”oggetto” apre la psiche alla dimensione degli eventi sincronici che costellano la totalità del campo e può aprirsi, grazie alle “analogie vitali” alla comprensione dell’Unus Mundus.

Campo Psi o Campo Akashico di Laszlo
Corrisponde al campo di punto zero o campo di vuoto quantistico, e viene definito come l’olocampo della natura, perché da esso si generano tutte le cose esistenti nell’universo attraverso una in-formazione continua.

Coerenza quantistica
Corrisponde alla proprietà secondo la quale le particelle individuali del mondo quantistico sono tra loro unite in un’entità descritta da un’unica funzione d’onda.

Cognizione
Nella Teoria di Santiago il processo della vita consiste in tutte le attività coinvolte nella continua materializzazione dello schema (autopoietico) di organizzazione di un sistema in una struttura fisica. Questa materializzazione comporta anche lo sviluppo della cognizione, che pertanto non richiede la presenza di un cervello e di un sistema nervoso. Un batterio, ad esempio, costella un mondo cognitivo fatto di caldo e freddo, di campi magnetici, gravitazionali e di gradienti chimici, in cui i processi cognitivi di “percezione” e “azione” sono separati.

Collasso quantistico della nube di probabilità
Nella meccanica quantistica la particella esaminata si dissolve in una sovrapposizione di onde di probabilità, cioè è potenzialmente presente in molti differenti luoghi simultaneamente. Quando l’osservazione la determina in un posto preciso si dice che l’osservazione “collassa” la funzione d’onda, ovvero la determina nello spazio-tempo. Prima del collasso una situazione donna e completamente sospesa.

Complessità
Se l’oggetto semplice può essere pensato solo come un’unità elementare, che può essere isolata dal suo ambiente in maniera chiara, il problema della complessità è relativo ai fenomeni che non sono riconducibili agli schemi semplici dell’osservatore. Pertanto si deve supporre che la complessità si presenta agli occhi dell’osservatore sotto forma di oscurità, incertezza, ambiguità o anche di paradosso. Il termine complexus è participio passato del verbo latino complector che significa comprendere, tenere assieme, e questo rimanda ai concetti di relazione e di organizzazione. Complesso non significa dunque complicato, ma semmai lo studio dei sistemi organizzati. Secondo Edgar Morin, la realtà, o ciò che consideriamo tale, è così vasta da porsi al di là della comprensione offerta dalla scienza tradizionale. Infatti, il modello che ci permette di descrivere in modo nuovo la realtà deve «soddisfare a numerosissime condizioni per essere tale: deve collegare l’oggetto al soggetto e al suo ambiente; deve considerare l’oggetto non come oggetto ma come sistema-organizzazione che pone i problemi complessi dell’organizzazione; deve rispettare la multidimensionalità degli esseri e delle cose; deve lavorare-dialogare con l’incertezza, con l’irrazionale; non deve più disintegrare il mondo dei fenomeni ma tentare di renderne conto mutilandolo il meno possibile; insomma deve impegnare la mente verso una logica descrittiva non più lineare ma circolare». In sintesi, dato che la logica descrittiva del simbolo è circolare, l’approccio simbolico applicato ai fenomeni complessi permette una descrizione degli stessi senza mai chiudere i concetti, senza spezzare le sfere chiuse e senza dimenticare le totalità integratrici.

Complesso
Jung derivò la concezione dei complessi dal test di associazione verbale, che implicava un ritardo delle risposte da parte dei pazienti quando erano stimolati da parole chiave cariche di tonalità affettiva. Il complesso è caratterizzato da un nucleo emotivo e si costella in immagini e comportamenti dotati di forte compattezza e che dispongono di un grado relativamente alto di autonomia. Nella coscienza il complesso si presenta come un “corpo estraneo” animato che sottomette l’autonomia della vita psichica al suo imperio.

Corpo sottile
Nelle tradizioni religiose rappresentava l’esteriorizzazione di una invisibile incarnazione della vita della mente. Negli egizi era definito «Ka», nella traduzione induista come “corpo adamantino”, nel cristianesimo come “corpo pneumatico”, e nell’alchimia come “corpo lunare”. Stava ad indicare un campo energetico della coscienza che si espande dal nostro essere fisico, che può essere colto immaginativamente come totalità. Nella psicoterapia è avvertito come un cambiamento delle qualità dello spazio fra i protagonisti della relazione terapeutica. Esso può essere intuito come un’invisibile sottile incarnazione della totalità della mente. Si può manifestare psichicamente come immagine corporea e fisicamente come corazza corporea. Secondo Jung il corpo sottile si riferisce all’inconscio così come viene esperito dal corpo, e si presenta alla coscienza quando essa scende nel corpo, sino a esplorarlo dall’interno.

Coscienza quantica
Lo studio della coscienza può essere affrontato, secondo l’epistemologia più attuale da quattro punti di vista: l’aspetto religioso metafisico, l’aspetto scientifico delle neuroscienze, l’aspetto psicodinamico legato all’inconscio, e un quarto in cui confluiscono gli sforzi di tutti. A quest’ultima categoria appartiene lo studio dell’Ecobiopsicologia che intreccia tutti questi aspetti connettendoli agli studi più recenti della meccanica quantistica, attraverso la funzione energetica informativa del simbolo e dell’analogia vitale.

Decoerenza quantistica
L’effetto che distrugge i legami quantistici in seguito all’interazione delle particelle con l’ambiente tridimensionale della realtà.

Ecobiopsicologia
È una nuova disciplina che si situa nel panorama della complessità. Essa si propone di porre in relazione i codici semiologici delle forme viventi e i loro linguaggi (aspetto ecologico) con gli analoghi linguaggi del corpo umano, che sedimenta in sé la filogenesi del mondo (aspetto biologico), per poi ritrovare tale relazione fra “mondo” e “bios” umano, negli aspetti psicologici e culturali dello stesso, grazie ai simboli e alle analogie vitali. L’innovatoria visione psicosomatica proposta dall’Ecobiopsicologia è stata riconosciuta come metodo dal Consensus Statement della Società Italiana di Medicina Psicosomatica (approvato nel maggio 1997).

Energia di punto zero
Nell’energia quantistica, che descrive le interazioni fra particelle in termini di campi, corrisponde alla produzione di energia del vuoto quantistico, che porta all’esistenza di particelle virtuali, che sono definite fluttuazioni quantistiche, e sono create e distrutte dal vuoto stesso. Nel campo di punto zero si postula l’ipotesi che corrisponde all’Inconscio Collettivo e alla Sorgente Cosmica di Informazione, capace di rigenerare tutto ciò che esiste nell’universo.

Entanglement
Termine inglese che significa “intreccio”, per esprimere come nella fisica quantistica tutte le particelle elementari siano fra loro collegate. Oggi i fisici estendono la natura dell’entanglement non soltanto alle particelle elementari, ma anche al mondo naturale e alla coscienza dell’uomo, fra loro “intrecciati” in una realtà olografica.

Entropia e neghentropia
L’entropia è un concetto centrale della termodinamica (seconda legge), ed è comunemente interpretata come una misura del grado di disordine di un sistema fisico nell’universo. La neghentropia è l’opposto dell’entropia ed esprime la tendenza all’ordine progressiva dei sistemi. L’informazione neghentropica, per analogia esprime la tendenza ordinatrice nella coscienza dell’attività dell’archetipo.

Epigenetica
Studio delle modifiche ereditabili nelle funzioni dei geni, che hanno luogo senza cambiamenti della sequenza del DNA. Essa esamina le fonti che controllano l’espressione genica o la loro soppressione, e i flussi energetici che modulano l’attività genetica in funzione dell’ambiente.

Filogenesi (dal gr. fylon, ceppo, ghènos, origine)
Questo termine significa in biologia la storia evolutiva di tutte le specie viventi e la loro derivazione da altre preesistenti per effetto della evoluzione biologica. La filogenesi è l’equivalente di un albero genealogico in cui i rapporti antenato/discendente intercorrono non fra individui ma fra specie.
Sul piano ecobiopsicologico - che mette al centro del proprio interesse di studio il tema dell’ archetipo come modello universale, transpersonale e preesistente che guida la forma e lo sviluppo – la filogenesi viene considerata non solo come evoluzione di forme viventi, ma come possibilità di sviluppo di potenzialità archetipiche che si esprimono concretamente nelle funzioni fisiologiche delle singole forme viventi. Ad esempio: la dimensione archetipica legata alla funzione respiratoria, si manifesterà nel mondo vegetale attraverso l’organo foglia, nei pesci attraverso le branchie, nei mammiferi attraverso i polmoni, ecc. Lo studio della modalità attraverso le quali la dimensione archetipica andrà manifestandosi, imporrà uno studio analogico attento a correlare il modo di funzionare della foglia, delle branchie e dei polmoni per quanto riguarda il tema dei gas respiratori. Attraverso queste correlazioni l’idea di Unus Mundus, ripresa da Jung per illustrare la natura unitaria del mondo, assume una veste di ipotesi scientificamente corretta per studiare come ogni strato della vita sia profondamente interconnesso con tutti gli altri.

Funzione
Rappresenta la possibilità di collegare aspetti della realtà che si corrispondono fra loro per orientare la coscienza alla comprensione della natura unitaria del mondo. Ad esempio, le ossa del piede di un uomo e le ossa della zampa di un cavallo. La funzione simbolica, pertanto, lega la forma naturale alla incorporeità della causa archetipica che ispira il fenomeno vitale ed è basata sulla analogia funzionale che evita il determinismo concettuale delle regole razionali. La funzione simbolica si applica non soltanto alle forme naturali della filogenesi ma anche alla caratteristiche del livello di “coscienza” pertinenti a tali forma, perché ogni forma del mondo vivente, come ricordano i neuro scienziati della complessità Humberto Maturana e Francisco Varela, ha un proprio livello di cognizione. Ad esempio: il livello di cognizione di un batterio sarà legato al suo modo di rappresentarsi le relazioni con il suo ambiente, attraverso il PH, la temperatura, ecc.. Man mano che si risale nella scala evolutiva sino all’uomo la cognizione diventerà coscienza primaria e coscienza riflessiva. Attraverso lo studio della funzione simbolica sarà possibile sul piano psicologico comprendere il livello regressivo delle somatizzazioni e pertanto operare una terapia mirata alle stesse.

Frequenza
Misurazione del numero di volte che un evento si ripete nell’unità di tempo, essa è l’inverso dalla lunghezza d’onda.

Immaginale (mondo)
Termine introdotto da Henry Corbin per tradurre ciò che in lingua araba si nomina come ?lam al mithal. Questo termine tende a dare all’immaginario uno spessore ontologico, secondo il quale fra il mondo empirico della percezione sensibile e quello dell’intuizione degli archetipi, si situa un mondo intermedio delle immagini, che esige una propria facoltà di percezione, unita ad un aspetto cognitivo, tale da assumere un valore particolare sul piano della conoscenza, che permette all’Io il passaggio della propria trasformazione nella direzione del Sé.

Immagine archetipica
Si distingue dalla fantasia che ha un valore solo soggettivo, per il fatto che l’immagine archetipica è una creazione della funzione attiva dell’archetipo e si presenta agli occhi della coscienza come costruita da simboli. Nell’impostazione ecobiopsicologica l’immagine archetipica contiene sempre un “condensato” di aspetti che sono da ascriversi all’attività del corpo e delle sue funzioni, per cui in ogni immagine archetipica va ritrovato l’aspetto infrarosso del corpo e il corrispondente aspetto della psiche, ultravioletto.

Inconscio collettivo
Termine introdotto da Carl Gustav Jung per indicare l’insieme dei contenuti psichici universali preesistente all’individuo legati al complessivo patrimonio dell’umanità. In esso hanno sede gli archetipi. L’inconscio collettivo potrebbe essere inteso come l’equivalente psichico del “campo di punto zero” e la “radiazione di fondo” della cosmologia come il flusso delle immagini archetipiche.

Informazione
L’esplorazione del vuoto quantistico ha dimostrato che la Sorgente di questo vuoto è costituita da una matrice in continuo fermento di particelle virtuali che danno origine all’universo manifesto tramite un campo di in-formazione. Oggi si pensa che i principi fondamentali dell’universo fisico sino descrivibili in termini di eccitazioni vibrazionali o forme d’onda che pervadono ed incorporano tutto l’universo manifesto. Per descrivere questa Sorgente di vuoto quantistico, che in realtà è un pieno di particelle fluttuanti si parla di campo Akashico, derivando tale termine dal sanscrito Akasha per definire lo “spazio onnipervasivo” da cui deriva tutto ciò che percepiamo e a cui tutto ritorna. La comprensione del campo Akashico o Campo A rivela come l’universo è stato in-formato. Infatti tutte le strutture materiali dell’universo sono eccitazioni intrecciate (entangled) dello stato fondamentale di questa matrice cosmica. I sistemi che appaiono come oggetti composti di materia si manifestano localmente, nello spazio-tempo ordinario, ma in realtà sono configurazioni intrinsecamente intrecciate (entangled) all’interno di questa matrice. Quindi l’in-formazione è un fattore preminente nella comparsa e nella persistenza di configurazioni di energia strutturata. In assenza di in-formazioni le energie presenti nell’universo sarebbero un insieme accidentale di eccitazioni dello stato fondamentale. L’in-formazione che governa le configurazioni dell’energia strutturata nello spazio-tempo è di natura olografica. I sistemi viventi sono configurazioni autonome di origine superiore di energia informata, che nascono nell’universo quando in questo sono disponibili ambienti fisico-chimici favorevoli. L’informazione secondo la teoria dell’informazione è uno schema imposto ad un canale di trasmissione, mediato dall’energia. Può essere definita come contenuto di un messaggio distinto ad ordinare il ricevente. L’informazione è l’inverso dell’entropia e quanto più un’informazione è probabile tanto meno è neghentropica.

Intuizione
Comprensione di un fenomeno od oggetto che pone la coscienza indagante direttamente al centro del fenomeno stesso, cogliendolo per immedesimazione e simpatia nella sua totalità e nella sua integrità. L’intuizione si sviluppa particolarmente con lo studio delle analogie vitali.

Meccanica quantistica
È lo studio dei quanti di energia nella descrizione dei fenomeni a scala atomica e subatomica.

Neuroni specchio
I meccanismi nervosi alla base della facoltà di comprendere il comportamento, grazie ai neuroni specchio scoperti nelle scimmie, e le successive dimostrazioni dell’esistenza di meccanismi di rispecchiamento nella specie umana, hanno evidenziato un meccanismo neurofisiologico capace di spiegare molti aspetti delle nostre capacità di relazionarci agli altri. I neuroni specchio, presenti nella corteccia premotoria del macaco, si attivano quando la scimmia esegue un atto motorio finalizzato, come afferrare oggetti con la mano o la bocca, sia quando osserva un altro individuo eseguire atti motori analoghi. I neuroni specchio esemplificano un meccanismo neuronale che mette in relazione le azioni di altri con il repertorio motorio dell’osservatore.

Non-località
Azione istantanea a distanza fra due o più enti fisici contemplata dalla teoria quantistica classica. Questo principio è considerato alla base dei fenomeni parapsicologici di comunicazione istantanea fra due menti.

Ologramma
Rappresenta una fotografia tridimensionale prodotta con la tecnica laser (cioè un fascio di radiazione monocromatico). L’oggetto da fotografare viene impresso sulla pellicola che successivamente illuminata da un fascio laser permette di vedere l’oggetto originale come se si sviluppasse in tre dimensioni e si trovasse di fronte all’osservatore, tanto che è possibile girare attorno alla fotografia ed esaminarne i cambi di prospettiva.

Onda
Le radiazioni elettromagnetiche, dalle onde radio e raggi gamma e alle onde sonore, si trasmettono determinando nel mezzo in cui si svolgono come un’increspatura delle onde in un oceano. I punti più alti di una curva si chiamano creste, i punti più bassi valli. Fra una cresta e una valle l’onda passa da un punto medio di oscillazione, la posizione di riposo. La distanza fra le posizioni di riposo fra una cresta (o una valle) è l’ampiezza dell’onda. Si definisce lunghezza d’onda la distanza che separa due creste, (o due valli) consecutive. Il numero di oscillazioni dell’onda nell’unità di tempo è la frequenza d’onda.

Ontogenesi
È l’insieme dei processi e delle tappe attraverso le quali ogni individuo completa il suo sviluppo organico. La prima fase dell’ontogenesi è rappresentata dallo sviluppo embrionale che ha inizio con al segmentazione dell’uovo e si conclude con la formazione di una forma vivente ancora dissimile dall’adulto ma capace di vita autonoma grazie alle cure parentali. Definita l’ontogenesi come storia dell’individuo, cioè come successione degli stadi attraverso cui ciascun organismo passa nel corso del suo sviluppo, e la filogenesi come storia della specie, cioè come successione delle tappe attraversate nel corso dei tempi dalle diverse linee animali e vegetali, si può affermare che ciascun organismo riproduce nel rapido e breve corso del suo sviluppo i più importanti dei cambiamenti di forma attraverso i quali sono passati i suoi antenati nel lento e lungo corso della loro evoluzione. In breve, l’ontogenesi embrionaria ricapitola le tappe più importanti della filogenesi. Sul piano ecobiopsicologico – che mette al centro del proprio interesse il modello universale dell’archetipo con il campo archetipico, inteso come la componente energetica dell’archetipo che esercita la propria influenza sullo spazio e sul tempo dell’evoluzione – lo sviluppo delle singole forme filogenetiche rintracciate nell’ontogenesi umana permetterà di studiare l’uomo come “forma formata” del divenire archetipico. In questa prospettiva la morfogenesi degli organi e la coscienza pertinente allo stadio di formazione degli stessi potrà essere correlata in modo mirato. Ad esempio: l’ancestralità minerale, presente nell’uomo sul piano evolutivo, si manifesterà in rappresentazioni psichiche primitive come forme geometriche pure; man mano che il livello evolutivo di organi ed apparati si fa più complesso, le immagini e le rappresentazioni psichiche corrispondenti diventano sempre più ricche e simboliche.

Ordine implicato
Secondo il fisico David Bohm corrisponde a un ordine nascosto presente nella meccanica quantistica che permea ogni regione di spazio e di tempo, e che si manifesta nell’“ordine esplicato”, percepito dai nostri sensi e dagli strumenti della fisica. L’ordine esplicato corrisponde al mondo aperto e rivelato ai nostri sensi, ed è considerato come una proiezione nello spazio-tempo di livelli dimensionalmente più elevati di realtà che hanno sede nell’ordine implicato.

Pensiero analogico
Il pensiero analogico differisce dal pensiero razionale, che si muove per schemi lineari retti dal criterio principio di identità e non contraddizione e dal criterio causa-effetto (ogni causa precede un effetto e non è possibile il contrario), in quanto si muove in modo circolare, perché si occupa di relazioni fra ambiti apparentemente fra loro differenti collegandoli ad un ritmo concettuale comune. Ad esempio, l’analogia che esiste tra il mare e il sangue è data dal fatto reale che il plasma sanguigno ha la stessa composizione salina del mare. Nel momento in cui stabilisco un’analogia tra mare e plasma, non esiste una causa-effetto che giustifica questa proporzione, cioè il plasma non dipende dal mare né viceversa il mare dal plasma, ma bensì dalla proporzione di legame fra questi due aspetti fra loro concettualmente diversi. La psicoanalisi da tempo ha intuito questa relazione scoprendo come le immagini oniriche attraverso il processo di spostamento e di condensazione, ci permettano di accedere alla realtà dell’inconscio.
L’unità psicosomatica esprime il concetto di complementarietà del rapporto corpo-mente, come aspetti di un organismo complesso che al scienza studia con sistemi diversi, biologici e psicologici. L’ecobiopsicologia, introducendo il metodo simbolico come strumento di lettura dei fenomeni complessi, studia l’uomo non soltanto sul piano biologico e psicologico, ma anche come aspetto concreto di una “forma formata”, espressione di un archetipico, che viene definito come Sé psicosomatico. Lo psicosoma in questa prospettiva archetipica, può essere assimilato allo spettro luminoso.

Al polo infrarosso nell’uomo i processi psicosomatici si tradurrebbero in una prevalenza degli aspetti somatici, mentre al polo ultravioletto si avrebbe la prevalenza degli aspetti psichici, che si impongono come immagini, rappresentazioni e in senso lato come la vita mentale. Il Sé psicosomatico rappresenterebbe il fattore d’ordine archetipico in grado di riassumere il continuum delle relazioni fra gli aspetti biologici e le immagini psichiche corrispondenti. In quanto fattore d’ordine l’esperienza del Sé corrisponde al centro della totalità della vita psichica, che abbraccia contemporaneamente la coscienza e l’inconscio, proprio come l’Io è il centro della mente cosciente. In questa prospettiva il Sé va inteso come lo stato di consapevolezza contemporanea tanto degli eventi materiali, quanto delle rispettive immagini mentali di essi, in una visione di continuità senza frammentazione. A cagione di questa totalità  riassuntiva delle tappe della filogenesi e delle esperienze psicologiche pertinenti a ogni tappa di essa il Sé psicosomatico si presenta più come meta ideale che esperienza reale fruibile dall’Io.

Principio di Indeterminazione di Heisenberg
Principio secondo il quale, nel quadro della meccanica quantistica, è impossibile la determinazione precisa e simultanea di particolare coppie di variabili fisiche, come la posizione e la velocità di una particella, che descrivono il comportamento di un sistema microscopico.

Psicoterapia ecobiopsicologica
È un modello sistemico complesso, basato sulle analogie e i simboli, che studia in termini di totalità l’area del disagio, connettendo attraverso le reti analogiche gli aspetti esistenziali e personali del paziente in un tutto sincronico, espressione dell’attività del Sé psicosomatico.

Quanto
Termine individuato da Max Planck, per definire lo scambio di energia fra materia e radiazione con lo studio dello spettro del “corpo nero” (ovvero di spettro della radiazione elettromagnetica emessa da un corpo caldo) avviene non in modo continuo (per onde) ma per “quanti” di radiazione (fotoni) cioè corpuscoli di energia ciascuno dotato di un’energia. E’ data dall’espressione E=hv dove v e la frequenza del fotone e h una costante universale (costante di Planck).


Il termine sé acquista il suo significato a partire dall’ambito teorico di riferimento. Nel contesto dei vari orientamenti il sé assume il suo valore come nucleo della coscienza autoriflessiva, il quale possiede una continuità nel corso dei cambiamenti psichici e somatici dell’esistenza individuale e riassume la totalità delle istanze psichiche relative alla propria persona in contrapposizione alle relazioni oggettuali. E’ Jung che con la psicologia analitica introduce una relazione Io-Sé facendone l’asse portante della sua concezione della psiche, dove il Sé assume il valore del centro della totalità della vita psichica in cui l’Io è incluso; più precisamente il Sé essendo il centro e il perimetro che abbraccia coscienza e inconscio insieme, è la totalità della vita psichica, laddove l’Io che noi sperimentiamo nella vita si colloca come centro della coscienza. Questa concezione del Sé introduce l’idea di un rapporto Io-Sé finalistico, che si concretizza nella potenzialità per ogni singolo individuo di realizzare il proprio progetto che Jung chiama percorso di individuazione. L’Ecobiopsicologia introduce il termine Sé psicosomatico estendendo il concetto del Sé junghiano alla totalità psicosomatica dell’individuo, laddove il Sé psicosomatico rappresenta il “fattore d’ordine” in grado di riassumere in sé gli aspetti biologici e psichici della realtà dell’individuo.

psicosomatico
Nella concezione ecobiopsicologica il Sé psicosomatico non è solo il fattore di ordine delle immagini psichiche (ultravioletto), ma anche il fattore di ordine della relazione fra queste immagini e i corrispondenti eventi corporei ad esse correlati (infrarosso). Il Sé psicosomatico è responsabile del continuum infrarosso-ultravioletto.

Simbolo (gr. syn-ballein = legame assieme)
Indica la funzione unificatrice dei fenomeni del pensiero, cioè trasforma il fenomeno in idea e l’idea in immagine, in modo che l’idea rimane nell’immagine sempre attiva e irraggiungibile, e anche se espressa in tutte le culture possibili essa rimane inesprimibile. Nel simbolo il visibile e l’invisibile si intersecano a comporre una nuova realtà, di cui la forma sensibile, il significante cioè, si rende sempre più sfumato, e il significato, sempre nascosto, appare come un mistero.

Sincronicità
Questo termine indica la connessione a-causale di eventi fra loro legati dal raggrupparsi di alcune tipologie di avvenimenti che paiono non avere correlazione con il tempo e lo spazio. Quando si manifestano le coincidenze significative legate alla sincronicità Jung postula l’ipotesi che ci si trovi di fronte all’attuazione di un archetipo.

Sistemi viventi
Sono caratterizzati dal possedere una struttura organizzativa chiusa, dotata di membrana, con rete metabolica, capaci di autogenerarsi (autopoiesi), e sul piano energetico e materiale sono aperti ad un flusso informativo, che avviene lontano dall’equilibrio.

Stato di mag
Stato di trance attiva, intermedia alla coscienza, descritta dagli studiosi di storia delle religioni, propria degli antichi zoroastri. Nell’ecobiopsicologia lo stato di mag si manifesta nello studio attivo dei simboli ed è la premessa per l’individuazione delle analogie vitali.

Strutture dissipative
Teoria proposta dal premio Nobel Ilya Prigogine, per sottolineare la stretta associazione, a prima vista paradossale, che può esistere fra struttura e ordine da una parte e perdite e sprechi dall’altra. Questa nozione introduce a una rivoluzione perché indica come nei “sistemi aperti”, quali ad esempio i sistemi viventi, la dissipazione di energia diviene fonte di ordine anziché di disordine. In questa prospettiva le strutture dissipative si mantengono in uno stato di stabilità lontano dall’equilibrio e possono persino evolversi, a seconda del flusso di energia che le attraversa, trasformandosi in struttura di maggiore complessità.

Teoria di Santiago
Elaborando gli studi di Gregory Bateson sulla natura della vita, Humberto Maturana e Francisco Varela hanno identificato la cognizione, il processo cioè della conoscenza, col processo della vita. Secondo questi autori non è necessario che ci sia un cervello perché esiste la mente, in quanto un batterio o un vegetale, non ha un cervello ma possiede una mente che gli permette di adattarsi all’ambiente. Il concetto di cognizione, come processo di conoscenza, è dunque più vasto del concetto di pensiero, e permette di superare la dicotomia cartesiana di mente-materia, perché entrambe appartengono al fenomeno vita. Secondo l’ecobiopsicologia la cognizione della Scuola di Santiago, rappresenta il processo di evoluzione della coscienza stessa, che a partire dalle forme elementari evolve sino alla dimensione dell’uomo e della mente globale come espressione dell’attività archetipica.

Unus Mundus
Concetto elaborato da Jung per illustrare la natura unitaria del mondo, sia che questo riguardi il macrocosmo che il microcosmo uomo. L’interconnessione della materia che va dalla dalle particelle subatomiche alla materia, sul piano visibile, indica la possibilità della fluidità dell’inconscio collettivo come “legante” queste corrispondenze.